Lake Michigan

South Haven è un delizioso villaggio affacciato sul lago Michigan con due lunghe e profonde spiagge di sabbia bianchissima che lunedì ancora ospitano tante persone per le ultime sessioni di tintarella estiva: 86° F sono una splendida temperatura per godere del lago e della leggera brezza di sud. La marina di South Haven accede al lago attraverso un canale al cui vertice è posizionato uno dei fari più famosi di questo lato del Michigan, faro di un acceso colore rosso le cui foto del periodo invernale sono impressionanti per la quantità di neve e ghiaccio che lo vestono per le feste come fosse un babbo natale alle porte del villaggio.
South Haven, Lake Michigan, MI, USA
South Haven, Lake Michigan, MI, USA
Guardando i bagnanti in costume e i ragazzini fare il bagno spruzzandosi a vicenda, pare impossibile si possa verificare un fenomeno così estremo come quello del ghiacciarsi del lago e di tutto quello che lo circonda.
South Haven è un po’ la S. Margherita ligure di questa parte della costa del lago Michigan: nella parte sud della città, lungo lago, ci sono le belle e lussuose ville dei ricchi chicagoani divise in iperlussuose, quelle che hanno l’affaccio direttamente sul lago (OMG!) e quelle lussuose, che hanno la strada che le separa da quelle iper; downtown ci sono i locali alla moda, i ristoranti etnici e la passeggiata lungo la marina, dove sono attraccate le lussuose barche dei chicagoani di cui sopra.
South Haven, Michigan lake, MI, USA
South Haven, Michigan lake, MI, USA
Lasciamo Chicago lunedì mattina direzione sud est intorno alle 10 con l’intenzione di percorrere il possibile lungo lago con destinazione South Haven, base della due giorni nello stato del Michigan. Il lungo lago come ce lo aspettiamo in realtà non esiste, scopriremo più avanti perché, ci ritroviamo quindi ad attraversare, appena entrati in Indiana (lo stato che separa l’Illinois dal Michigan), una serie di istallazioni industriali da fare impressione, grandi come città e dall’aspetto minaccioso e tetro. Fortunatamente solamente la prima mezz’ora di guida è rattristata da questo scenario di ruggine e desolazione, poi d’incanto entriamo nel Dunes State Park dell’Indiana che non ci permette di vedere il lago dalla strada, ma offre un paio di splendide spiagge meravigliosamente deserte, o quasi: solo un paio di giovani coppie con cane al seguito si godono il caldo sole di questo scorcio di fine estate nordamericana.
Lake Michigan, Dunes State Park, Indiana, USA
Lake Michigan, Dunes State Park, Indiana, USA
Rimaniamo sulla spiaggia il tempo di vedere arrivare un gruppo di studenti con professoressa che illustra la flora che vive sulle dune del lago e di scorgere a sudest, nella tipica nebbiolina dell’alta pressione, la skyline sfumata dei grattacieli di Chicago.
Quello che speravamo fosse un lungolago con vista, si rivela essere solamente una bella strada alberata che ci porta dall’Indiana nello stato del Michigan e dopo quasi un’ora nella città di St. Joseph, la prima località balneare degna di questo nome: ampia spiaggia bianca, libera com’è uso qui in nordamerica, il centro città rigorosamente in mattoncini rossi e neri (stile inizi del ‘900) e, soprattutto, il primo di una serie di splendidi fari.
St. Joseph, MI, USA
St. Joseph, MI, USA
S. Joseph lighthouse, MI, USA
S. Joseph lighthouse, MI, USA
Riprendiamo la strada e arriviamo a South Haven, alloggiamo in un piccolo albergo (17 stanze) a pochi passi dalla strada principale, dal porticciolo turistico e dalle spiagge, l’hotel è di proprietà di una signora polacca la cui storia è quella tipica dell’immigrato di successo: lasciata la Polonia delle prime manifestazioni di Solidarnosc e del turbolento periodo politico che caratterizzava quei primi anni ’80 del secolo scorso, la signora Anna arriva a Chicago con il marito e due bimbi piccoli senza sapere una parola di inglese, con l’unica fortuna di avere veloce accesso alla green card (la carta che permette di lavorare e risiedere negli Usa) perché in fuga da un paese comunista; pur essendo laureata in farmacia, l’incapacità di parlare la lingua e la necessità di mettere insieme il pranzo con la cena per il bene dei suoi figli, la porta ad accettare di fare la donna delle pulizie.
La prima vera rivoluzione che porta a compimento è divorziare dal marito che passa la maggior parte del suo tempo a umiliarla, lui insegnante di elettronica, e a rendere la convivenza, in un paese nuovo e difficile, un inferno: è un clic che le fa iniziare un percorso di riscatto da manuale, prima inizia ad imparare la lingua grazie alla suora della scuola cattolica presso la quale manda a studiare i figli, poi avvia la sua impresa di pulizie grazie alla quale guadagna a sufficienza per comprarsi un appartamento in un condominio di prestigio della lussuosa Michigan avenue di Chicago, ottiene la cittadinanza americana e, sempre grazie al prosperare dell’impresa di pulizia, diventa proprietaria dell’hotel di South Haven presso il quale siamo ospiti e dove la ascoltiamo raccontare questa storia da film pensando a quanto la motivazione e la determinazione siano componente fondamentale della fortuna della propria vita.
South Haven lighthouse, MI, USA
South Haven lighthouse, MI, USA
South Haven beach, Mi, USA
South Haven beach, Mi, USA
La sera è tempo di aperitivo presso uno dei locali ancora aperti alla fine della stagione, un ristorante italiano, dove diamo alla barista delle dritte per fare l’espresso utilizzando correttamente la macchina del caffè (quando ero animatore anche il caffè da bar ho imparato a fare): la sera è tiepida e si passeggia piacevolmente in pantaloncini e flip-flop per le stradine ordinate e infiorate di questa piccola Portofino del lago Michigan.
La mattina seguente, il cielo è terso ma si nota dagli alberi che orlano le strade un vento teso che, in giornata, salirà d’intensità e porterà la temperatura a scendere notevolmente. La colazione è fatta di dolci “home made” e di quell’orribile sbobba che ancora chiamano caffè, poi siamo velocemente in auto in direzione nord. Ci fermiamo a Saugatuck altra piccola perla sul lago e dopo un rapido giro, uscendo dal paese incontriamo il “Sand Dune Rides”: rapida occhiata e in 10 minuti siamo a bordo di un ford 4×4 scoperto a 10 posti con alla guida un pazzo di 30 anni dalla vaga somiglianza con i fratelli Baldwin (pick the one you like) che si lancia a 70kmh su e giù per le dune di sabbia che orlano il territorio intorno a Saugatuck alle spalle del lago.
Che ci fanno dune di sabbia desertica al 41° parallelo nord in un territorio dove d’inverno si veleggia normalmente intorno ai −20°C per almeno due mesi di seguito? La mano dell’uomo come al solito: alla fine dell’800 le compagnie di lavorazione del legname trovarono qui una specie di eldorado e non seppero fare altro che tagliare, tagliare e tagliare, producendo da una parte un sacco di soldi, dall’altra una devastazione del suolo tale da renderlo sterile per i 100 anni successivi; emerse così la sabbia che era immediatamente sotto il terreno bruciato dal sole, reso inerte e spazzato via dal vento, lasciando così un deserto sulle rive del lago che solamente da un paio di decenni a questa parte pare ricominciare ad ospitare della flora degna di nome: per evitare che l’erosione si portasse via il resto dello stato del Michigan sono stati ripiantati alberi fra la costa e le strada che le corre affianco e per questo non esiste una panoramica che permetta di vedere il lago guidando.
Saugatuck dune rides, MI, USA
Saugatuck dune rides, MI, USA
Salutato Ian, il driver pazzo e divertente, riposto lo stomaco al suo posto e smaltita l’adrenalina, ci rimettiamo in auto direzione Grand Haven mentre il vento si fa sempre più teso e, nonostante il sole e il cielo blu, inizi a fare decisamente freddo.
A Grand Haven c’è il terzo dei fari che vale la pena vedere da queste parti: quando arriviamo, però, la bufera è tale che si riesce a stare sulla spiaggia per scattare qualche foto solamente 5 minuti, poi bisogna infilarsi nuovamente in auto perché la sabbia e il vento fanno lo stesso effetto del sù e giù sulle dune di un’ora prima.
Grand Haven lighthouse, MI, USA
Grand Haven lighthouse, MI, USA
Al tramonto a South Haven vorremmo replicare la solita abitudine: birretta e patatine sul lungo lago, ma la temperatura non permette di andare oltre la panchina riparata dal Marine Yacht Club e, più tardi, per andare a cena sarà necessario mettere anche la giacca a vento sopra alla maglia per poter affrontare la strada fino al ristorante più vicino.
South Haven marina al tramonto, MI, USA
South Haven marina al tramonto, MI, USA
La mattina di mercoledì la temperatura alle 830 è di 9°C: persi 20°C in meno di 48 ore! Il cielo è grigio e tutto assume quell’aspetto un po’ off season così triste da meritare la nostra partenza destinazione aeroporto O’Hare di Chicago per volare verso D.C.
Altra storia che racconterò più avanti.

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