Sudafrica: dalle balene ai leoni, nella terra di Mandela

Terra di contraddizioni, il Sudafrica, di ferite sanate in superficie, di apparente equilibrio dopo decenni di segregazione, dove la modernità occidentale si sovrappone ad antiche e resistenti tradizioni ma, soprattutto, dove la natura è madre nel senso più proprio del termine: qui è possibile vedere i “Big Five” della savana, leone, elefante, rinoceronte, bufalo, leopardo e la super BIG one degli oceani, la balenottera azzurra, in quantità e da distanze sorprendenti.

Whale
jumping whale at Hermanus

Le ore di volo sono tante per arrivare a Cape Town, quasi dodici, ma almeno il fuso orario rimane uguale per cui si parte di sera, si dorme (per chi riesce a farlo in economica) durante il volo e si arriva la mattina freschi e riposati, pronti per affrontare questo paese incredibile a partire dalla città più smaccatamente occidentale dell’intero continente.
Cape town a guardarla in direzione della baia sembra Miami o Ft. Lauderdale, se non fosse che verso est si srotolano una serie di colline dalle cime rotondeggianti e verso nord si eleva, come un grande muro di contenimento, Table mountain sulla quale al mattino si addensa una coltre nebbiosa che pare una tovaglia di lino fresca di bucato, si potrebbe serenamente scambiare con una città costiera occidentale: moderna, caotica e giovane.

Table Mountain - Sud Africa
Table mountain – Cape Town – Sud Africa

A pochi chilometri a sud di Cape town si trova il parco di Table mountain e uno dei capi più famosi della storia e della geografia, mitico luogo di storie di naufragi, di avventure e di coraggio, lì dove l’oceano indiano e quello atlantico si incontrano ruggendo e sferzando di venti e correnti contrarie le coste rocciose che rappresentano il punto più a sud-ovest dell’intero continente africano: il Capo di Buona Speranza.

In prossimità del capo si trova Boulder’s beach: la spiaggia dove si riproducono e si incontrano i Pinguini africani in uno di quei momenti incantati, il primo di una serie di incontri ravvicinati, ravvicinatissimi, che fanno il valore di un viaggio come questo.

African penguins @ Boulder's beach
African penguins @ Boulder’s beach

Proseguendo verso est, a poco più di un’ora di guida si incontra Hermanus, una deliziosa cittadina affacciata sull’oceano indiano che si ritrova ad essere il paradiso del Whale Watching. Nelle acque tiepide e basse della baia sulla quale si affaccia Hermanus, vengono a partorire e svezzare i propri piccoli le meravigliose, giganti Balenottere azzurre: su uno dei punti più esposti della scogliera dove Hermanus sorge, hanno addirittura realizzato una sorta di anfiteatro rivolto verso la baia, dal quale si possono ammirare quelle splendide creature, le balene, improvvisare evoluzioni spettacolari per il pubblico lì riunito. L’avvistamento è assicurato, anche più volte nell’arco dello stesso giorno. Vale però la pena provare una crociera di avvistamento che permette di avvicinare questi giganti del mare fino quasi a sfiorarli: le balene sono mammiferi particolarmente espansivi e sembra quasi vogliano farsi avvicinare per avviare una relazione con altri mammiferi quali noi siamo.

Blue whale tail off Hermanus coast
Blue whale tail off Hermanus coast

Lungo la Garden route, la strada che da Cape town conduce verso est prima attraversando il parco omonimo poi seguendo la costa, s’incontra un’altra splendida località di mare dalla quale è possibile avvistare sia balene che delfini, comodamente seduti su una terrazza di un bar sulla spiaggia: Plettemberg bay. A poca distanza dalla città, si trova un luogo incredibile dove fare un bel trek, che può durare fino a quattro ore scegliendo il percorso più lungo, che è la Robberg peninsula una riserva naturale nella quale è possibile fare scoperte naturalistiche di grande valore e dalla quale si può ammirare la baia di Plettemberg da una visuale totalmente privilegiata.

Robberg peninsula, natural reserve
Robberg peninsula, natural reserve

A Port Elizabeth, una delle mete estive più note per il turismo interno, termina la garden route e da lì prendiamo un aereo che ci porta a Jo’burg (come dicono qui) da dove in auto proseguiamo per la regione del Mpumalanga.
Una regione montagnosa, fatta di canyon, cascate, fiumi, pozzi d’acqua che emergono sulle sommità di altipiani, dove sembra essere nello Utah più che in Sudafrica, pur essendo molto vicino alla savana del Kruger park, il Mpumalanga ha dei tratti unici che ne fanno il paradiso dei trekkers.

Pot holes mpumalanga
Pot holes, Mpumalanga
Falls in Mpumalanga
Falls in Mpumalanga

A poco meno di un’ora da Nelspruit, capoluogo del Mpumalanga, si trovano le entrate sud-occidentali del Kruger Park, la splendida e enorme riserva naturale condivisa tra Sudafrica e Mozambico dove il “big 5 watching” è l’attività per eccellenza.
Malelane gate è l’accesso più vicino alla nostra residenza, il Buhala Game Lodge, bellissimo resort affacciato direttamente sul Crocodile river, dalla cui terrazza al mattino presto è possibile vedere tantissimi tipi di animali andare ad abbeverarsi al fiume; l’acqua è vita e dove c’è l’acqua è altamente probabile vedere tanti animali: questa la regola da seguire all’interno del parco Kruger per aumentare la percentuale di probabilità di avvistamento.
Il Kruger può essere fruito in due modi: o con la propria auto, seguendo i percorsi indicati dalla mappa che si riceve all’ingresso con il pagamento della fee d’accesso, oppure aggregandosi ai tour organizzati accompagnati dai ranger del parco che si permettono di uscire dai percorsi obbligatori e aumentano la probabilità di vedere animali altrimenti più difficili da incontrare; con maggiore probabilità di successo sono i tour che si svolgono all’alba o al tramonto, perché quelle sono le ore in cui gli animali si muovono o per cacciare o per bere, il resto della giornata fa talmente caldo che anche loro preferiscono restare all’ombra dei pochi alberi o anfratti rocciosi che la offrono.
Giraffe e antilopi e elefanti sono gli incontri più facili e probabili, più tutta una serie di volatili e di simil-cinghiali che in gran numero occupano la savana del Kruger; più difficile incontrare i leoni, quasi impossibile vedere leopardi o rinoceronti da soli: a questo servono i tour con i Ranger del parco. Coccodrilli e ippopotami sono visibili con un po’ di pazienza attraversando i ponti sul Crocodile river: gli ippopotami, passano tutto il giorno immersi con solamente la parte superiore del muso sopra il pelo dell’acqua, questo perché ll loro epidermide è così delicata da non poter rimanere esposta al sole se non all’alba o al tramonto.

antilope @ Kruger park
antilope @ Kruger park
Coccodrillo @ Kruger park
Coccodrillo @ Kruger park
elefante @ Kruger park
elefante @ Kruger park
giraffa @ Kruger park
giraffa @ Kruger park
Ippopotami @ Kruger park
Ippopotami @ Kruger park
leonessa @ Kruger park
leonessa @ Kruger park
rinoceronte @ Kruger park
rinoceronte @ Kruger park
zebra @ Kruger park
zebra @ Kruger park

L’ubriacatura di animali di cui si gode in un paio di giorni spesi all’interno del parco rischia di lasciare addosso quel “mal d’africa” noto per i romanzi di Karen Blixen, ma è un bel “male” di quelli che riempiono l’anima e che spingono a tornare.

Dal Sudafrica con un’ora e poco più di volo si arriva al confine tra Zambia e Zimbabwe dove il fiume Zambesi offre alla vista una delle più belle cascate del mondo: le Victoria Falls. Arrivando in aereo salta subito all’occhio quella macchia di verde intenso in un panorama marrone terra bruciata che è il territorio tutto intorno al fiume e alle cascate: il vapore acqueo generato dalla caduta di milioni di metri cubi d’acqua dello Zambesi, irrora l’area circostante favorendo la crescita di una flora tropicale rigogliosa. Il rumore delle cascate è così intenso che la prima notte è difficoltoso dormire anche a un chilometro di distanza; al crepuscolo, il sole illumina le gocce in sospensione sopra le cascate formando un arcobaleno in assenza di nuvole che è l’altra parte dello spettacolo.

falls rainbow @ Victoria falls
falls rainbow @ Victoria falls
Victoria falls
Victoria falls
sunset on Zambesi river
sunset on Zambesi river

Il Sudafrica e lo Zimbabwe, per la parte relativa alle cascate Victoria, sono paesi che offrono lo spettacolo della natura nelle sue forme più intense e primigenie, gli animali e i panorami sono bellezze che restano dentro a lungo e lasciano un senso di infinita piccolezza di fronte alla maestosità della natura, i cieli e i tramonti e i suoni della savana e il “respiro” profondo della balenottera che gioca con noi piccoli cugini mammiferi hanno un effetto rigenerante che lenisce qualunque dolore.
Ma.
Entrambe i paesi, lo Zimbabwe ancor di più, hanno problemi irrisolti o semplicemente nascosti dietro lo spettacolo della natura che non restano invisibili però ad un occhio leggermente più attento e, in alcuni casi, ti s’impongono con una forza tale da fare male: la segregazione dei poveri, la gran parte della popolazione di colore.
Un esempio per tutti: a Victoria falls, uno degli hotel più lussuosi riproduce all’ingresso la cascata con grande uso di acqua mentre dietro l’angolo ragazzi e ragazze dai cinque anni ai venti, attendono l’accensione del sistema di irrigazione del prato che circonda la struttura per approvvigionarsi di quell’acqua che non hanno e non arriva nei loro villaggi, nell’apparente indifferenza della sicurezza dell’hotel che tollera a ore alterne la sottrazione dell’acqua, salvo ogni tanto prendere uno dei tanti e consegnarlo alla polizia.
In Sudafrica la maggior parte della popolazione di colore vive con pochissimi mezzi e percorre a piedi lunghissime distanze per arrivare dai villaggi a lavorare in città: è normale vedere file di persone di colore al mattino presto camminare lungo la corsia di emergenza delle autostrade in direzione del posto di lavoro, in barba a qualunque sicurezza. La liberazione di Mandela, l’eroe dell’apartheid, ha sicuramente contribuito a cambiare molte cose, ma il potere e i soldi sono ancora saldamente in mano ai bianchi e per i molti di colore che sono riusciti ad emanciparsi tanti di più sono ancora in condizioni di semi schiavitù, l’affrancamento dalla quale è ancora di là da venire.

Consigli.

Dormire:
Cape town: Ikhaya Lodge stile africano, splendida vista su Table mountain, a poca distanza dal centro e dal waterfront.
Hermanus: Ocean’s eleven direttamente sulla baia di Hermanus, un resort splendido e di qualità.
Knysna, Plettemberg bay: Knysna Hollow, stanze ampie e una splendida posizione, occhio ai tetti di paglia se siete allergici.
Mpumalanga: Chestnut Country Lodge, ottimo resort circondato da un giardino splendente di fiori, vanta una cucina incredibile e una posizione strategica per la zona.
Kruger Park, Malelane gate: Buhala Game Lodge, semplicemente perfetto.
Victoria falls: Ilala lodge, a meno di un km dalle cascate, in stile coloniale con stanze ampie e un ottimo ristorante.

Attività:
Cape town: salire a Table mountain con la funivia e ridiscendere a piedi, se siete un po’ allenati, se siete molto allenati, pianificate un paio d’ore per salire a piedi.
Cape town: la zona delle spiagge verso sud est, che pare l’art decò district di Miami è pieno di locali per il tramonto / sera.
Victoria falls: consigliatissima la crociera al tramonto sul fiume Zambesi, free drink e l’opportunità di vedere tantissimi animali che, come detto, al tramonto vanno al fiume ad abbeverarsi.

Playlist:
Paul Simon – Diamonds On The Soles Of Her Shoes
AUAA – Sun City

Tour map:

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