Berlino – La (vera) capitale d’Europa

Berlino era una città che ancora mancava alla collezione delle maggiori capitali europee visitate: ho colmato il gap lo scorso fine settimana trascorrendo (quasi) quattro giorni nella città riunificata.

La prima impressione è stata: “ma quanto sono avanti questi qui!”. La città è ordinata, efficienti i mezzi pubblici a prescindere dall’ora e dal giorno, le indicazioni per i turisti chiare ed esaustive, gli spazi ampi e accoglienti. Berlino è la città d’Europa con il miglior rapporto verde numero di abitanti, che sono solamente tre milioni, e negli ultimi vent’anni non ha mai smesso di trasformarsi, di evolversi, di essere sempre più una metropoli a misura dei propri cittadini.

Alexanderplatz
Alexanderplatz

Immagino quel dicembre-gennaio 1989-90, quei due mesi immediatamente successivi all’abbattimento del muro, quanto fossero distanti le due metà separate per quasi trent’anni, quanto fossero distanti i rispettivi abitanti: quelli dell’ovest con la Golf GT e quelli dell’est, chi poteva permettersela, con la Trabant che solo grazie agli U2 e al loro ZooTv tour è diventata un oggetto di culto, visto che era brutta come la NSU Prinz. (Così brutta, la Prinz, che pure Albano la schifava e non ha mai pensato di utilizzarla come icona distintiva del suo CellinoSanMarco worldtour, sparendo per sempre dall’immaginario di tutti, anche di quei ragazzi degli ’80 che se la passavano perché portava sfiga).
Penso alla capacità visionaria dei politici tedeschi di allora di immaginare come sarebbe stato riportare la capitale della Germania riunificata nuovamente a Berlino, in quella Berlino metà mela e metà noce, di immaginarla omogeneizzata nei servizi ma preservata nelle sue peculiarità, modernizzata nella sua interezza e salvaguardata nelle sfumature della sua storia parallela. Penso, tristemente, a come in Italia, dopo centocinquant’anni, non siamo ancora riusciti a tenere insieme Palermo e Milano, Bergamo e Cosenza, Caserta e Padova (continuate voi).
Penso allo sforzo e alla pazienza della maggioranza dei cittadini tedeschi dell’ovest e dell’est e delle due Berlino in particolare, dimostrata nel credere a questo enorme impegno necessario per riportare in asse le due realtà e a come i sacrifici stiano ripagando in termini di benessere, civiltà e stili di vita.

Potsdamer Platz
Potsdamer Platz

Berlino oggi mi pare a buon diritto detenere il titolo di capitale d’Europa: metro di paragone per qualunque altra città che nel nostro continente voglia dirsi moderna e a misura d’uomo. Una città piena di musei, così tanti da perderne la traccia; traboccante verde e spazi aperti e che, recentemente, ha scoperto che si può vivere la spiaggia anche sulle rive della Spree, il fiume che la attraversa e che, per anni, segnava la divisione tra l’est e l’ovest. Sono sorti, sui due lati del fiume, una miriade di locali con le sdraio sulla sabbia e i chioschi con i tetti di paglia dove prendere il sole durante il giorno e l’aperitivo dal pomeriggio inoltrato in poi, in una sorta di Ibiza trasposta sotto il cielo grigio-blu di Germania “patrone ti monto” (cit.).
Berlino, soprattutto quella che era la zona est, dove le lancette dell’orologio sono state pressoché ferme per tre decadi, è una città ricca di opportunità di socializzazione, di divertimento, di incontro e di “dolce vita”: tanti locali all’aperto, birrerie (ovviamente), ristoranti di tutte le etnie, bar, pub cancellano in un colpo solo il luogo comune del “crucco” grigio e monotono, tutto ordine e disciplina e nessuna inclinazione al lasciarsi andare. Tutt’altro: hanno molto da insegnarci su come si può vivere una grande metropoli in serenità dando risposte alle esigenze più diverse di svago e tempo libero.

Il muro di Berlino
Il muro di Berlino

Berlino è una città in continua trasformazione, cantieri aperti un po’ ovunque e risultati visibili come la più grande stazione ferroviaria d’Europa conclusa nei termini stabiliti (un po’ hanno barato accorciando la volta di copertura dei binari), punto di snodo centrale del sistema del trasporto su ferro del capoluogo tedesco: Berlino è servita da un servizio di U (metropolitana) e di S (ferrovia locale) che nulla ha a che invidiare all’efficientissima Londra, la frequenza del servizio è tra i tre e i quattro minuti, sempre, a prescindere dal giorno e dall’ora. A disposizione dei turisti c’è una comodissima Berlin WelcomeCard che permette con varie combinazioni, di utilizzare il trasporto pubblico e accedere ai musei oltre ad avere riduzioni in tantissimi negozi.
Berlino è una città dove la bicicletta ha dignità maggiore dell’automobile che, per una nazione che produce Porsche, Audi, Wolksvagen e Opel, non è dettaglio irrilevante: piste ciclabili attraversano tutta la città, berlinesi di tutte le età pedalano ad ogni ora del giorno, tour in bicicletta con guida con rigoroso caschetto permettono una visita a ritmi rilassati, buona parte della vita dei berlinesi ruota (…) attorno alla bicicletta.

Risciò berlinesi
Risciò berlinesi

Berlino è una città dove si mangia bene e spendendo il giusto: alla Birreria Lemke con diciotto euro si mangia lo stufato, il dolce e un’ottima birra locale proposta in varie gradazioni.

Alexanderplatz
Alexanderplatz

Berlino, insomma: una sorpresa per me che avevo negli occhi le immagini dell’abbattimento del muro con i crucchi dell’est vestiti come da noi gli emigranti degli anni ’60, o ancora quelle in bianco e nero degli anni della guerra fredda, in cui Alexanderplatz era una specie di terra di nessuno attraversata solamente da soldati in divisa e uomini con rigoroso cappottone scuro da spia della Stasi.

Berlino vista dalla Spree
Berlino vista dalla Spree

Invece. La sorpresa è proprio nelle facce dei ragazzi, figli di quei ragazzi di allora, allegri e consci delle opportunità che la Berlino di oggi offre dal punto di vista dell’esperienza di studi ma anche da quella del lavoro; la sorpresa è nella modernità lieve e ordinata e nell’atmosfera elettrica che si respira appena cala il sole e si accendono le luci dei tanti locali, punti di ritrovo.

Berlino è il futuro incarnatosi nel presente: una meta da non mancare nei prossimi appuntamenti di viaggio.

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