Minorca – L’isola serena

Un’isola serena.
Questa è la definizione immediata che mi è venuta al rientro dalla settimana trascorsa a Minorca, l’isola meno famosa dell’arcipelago spagnolo delle Baleari. Meno famosa, in Italia, perché non è “glamour” o, almeno, non è proposta come tale al mercato italiano, come invece sono Ibiza o Formentera, né gode della notorietà di Palma di Maiorca, da tempo destinazione principe nell’arcipelago per tutti quelli che ad Ibiza ci sono stati a ventanni e ora vanno solamente per stare in spiaggia.
Si potrebbe aprire un dibattito e fare un post sul marketing delle destinazioni turistiche e della conseguente percezione da parte dei potenziali viaggiatori, dove scrivere, ad esempio, che Ibiza è altro dalle sue discoteche, ma lo faremo prima o poi senza andare fuori tema qui.

Minorca è un’isola serena e, aggiungo, sportiva: tutta l’isola è attraversata da corsie riservate alle biciclette, da percorsi fitness e da sentieri adatti alla corsa, alla mountain bike e alle passeggiate a cavallo; a questo si aggiunge ovviamente, l’offerta di attività legate al mare, con il diving a farla da padrone, considerata la limpidezza delle acque e alcuni fondali tra i più belli del mediterraneo.

Per godere appieno l’isola conviene dotarsi di mezzo che permetta di spostarsi: i collegamenti in bus si interrompono di sera e questo limita di molto le opportunità, l’isola è lunga 45km e larga ca. 20, quindi fate i vostri calcoli. Noi abbiamo scelto una panda e ci siamo trovati bene, la benzina senza piombo costa circa euro 1.2/l.

Abbiamo fatto base a S’Algar, una delle tante “urbanizzazioni” di cui l’isola è punteggiata che non sono altro che degli aggregati di hotel, strutture turistiche e altri servizi che ricreano l’idea del paese laddove il paese o non esisteva o era un borgo di quattro capanne di pescatori.

S’Algar è a dieci minuti dall’aeroporto e a quindici dalla città di Mahon, è una baia che non ha una spiaggia vera e propria ma una piattaforma sugli scogli un paio di scalette per la discesa in acqua, nel braccio ovest dell’insenatura, sopra la piattaforma c’è l’ampia piscina dell’hotel con l’area verde riservata ai clienti.
A fianco dell’hotel c’è un bel bar con ampio patio su giardino fronte mare dove la sera si ascolta musica piacevole e si beve di tutto (birra piccola: 1,9 euro !!), un paio di ristoranti nella piazzetta interna, un supermercato fornitissimo, un paio di negozietti di cianfrusaglie varie che vendono anche le minorchine (di buona qualità e di prezzo inferiore a quelle che si trovano a Mahon o Ciutadella).
A S’Algar si trovano l’hotel omonimo: due piani fronte mare con uno splendido ristorante posizionato al piano superiore e relativa bella vista sulla baia; l’hotel San Luis a 300 mt dal mare sulla collina sovrastante la baia e che, purtroppo, è il classico casermone da edilizia alberghiera spagnola anni ’70; tre tipologie diverse di residence di vario livello, oltre ville e case singole da affitto o di proprietà.
Se non fosse per l’hotel di cui sopra, il tutto ha un aspetto discreto, con impatto ambientale accettabile e una gradevolezza alla vista e alla fruizione di buonissimo livello.

Mahon, la capitale, se accettate un consiglio, non merita più di un paio d’ore di visita: alle 20 i negozi chiudono e pare di essere a borgo grappa. La sera, per mangiare, è meglio andare a Es Castell, immediatamente prima di Mahon, che ha un delizioso porticciolo con i locali affacciati sulla passeggiata e un’ampia scelta di cucine diverse: tra i tanti consiglio “Llengall”.

Ciutadella, che si trova all’altro capo dell’isola, al contrario della capitale ha molto più carattere. La zona centrale interamente pedonale nasconde palazzi in stile iberico-moresco e ha il suo sfogo naturale sulla darsena del porticciolo turistico dove si passeggia e si cena: i negozi sono aperti fino a tardi, lo struscio è continuo e vario e le occasioni di intrattenimento altrettanto.

Il vero valore dell’isola sono le spiagge di tutti i tipi: sabbiose, di scoglio, sassolini, assistite, libere, grandi, piccole, minuscole. L’acqua, dovunque ha dei colori strepitosi e riconcilia con il mare nella sua essenza più vera. Il consiglio è di fare una sorta di “beach-hopping” o “beach-crawling”, insomma girarne una/due al giorno: una al mattino e una al pomeriggio e, esagerando, una al tramonto/sera.
Le migliori per noi:

Son Bou, spiaggia lunghissima di sabbia bianca che alterna zone attrezzate a zone libere con qualche area riservata al nudismo, i chioschi per mangiare sono vicini ma non invasivi, non c’è musica a disturbare la quiete del giorno; l’acqua è spettacolare, il fondale sabbioso. Un ampio parcheggio subito alle spalle della spiaggia è ulteriore comodità per chi si muove in automobile.

Minorca: spiaggia di Son Bou
Minorca: spiaggia di Son Bou

San Thomas, circa un terzo di estensione rispetto a Son Bou, in parte attrezzata e in parte libera con area nudisti anche qui. L’acqua è incredibile e la sabbia bianca e finissima.

Minorca: spiaggia di St. Thomas
Minorca: spiaggia di St. Thomas

Punta Prima, spiaggia bianca a forma di mezza luna, con due aree attrezzate e una sequenza di locali dove mangiare a poca distanza. Il lato ovest della baia è orlato di scogli con conseguente presenza di abbondante fauna di molluschi e polpi: vale la pena avere la maschera e le pinne.

Minorca, Punta Prima
Minorca, Punta Prima

Alcaufar, è una caletta con sabbia bianca larga forse cinquanta metri e profonda cento, a dieci minuti di cammino da S’Algar (comoda per il prepartenza), l’acqua nei primi venti metri è torbida per il fondale molto basso, ma non appena la cala si allarga un po’ i colori sono spettacolari. Sulla spiaggia di Alcaufar si affaccia un hotel con annesso ristorante su terrazza ombreggiata da pini marittimi che offre un ottimo pesce alla griglia.

Minorca, Cala Alcaufar
Minorca, Cala Alcaufar

Da evitare assolutamente la spiaggia di Cala nBosch, che è parte integrante di un’urbanizzazione di albergoni che mandano musica a tutto volume tutto il giorno e appestata da un’animazione caciarona e invadente.

Non è male la spiaggia di Cala Blanca, anche se un po’ troppo affollata, è in parte attrezzata e in parte libera, ma le dimensioni ridotte la penalizzano molto, data la vicinanza all’urbanizzazione relativa.

Discorso a parte merita la spiaggia di Cala Pregonda che si trova a nord dell’isola dalle parti di Fornells: si compone di tre differenti insenature, la prima e la terza di circa 300 metri di larghezza, quella centrale più o meno la metà delle altre. Le spiagge non sono attrezzate, il punto di ristoro più vicino è distante, dalla prima insenatura, dieci minuti abbondanti di cammino in salita, il parcheggio venti minuti. Bisogna quindi prepararsi al cammino sotto il sole cocente, attrezzati di acqua e cibo perché, arrivati alla meta, tornare indietro è una tortura.
Le tre spiagge sono di sabbia granulosa, la prima nera e a grani grossi, la seconda e la terza, più chiare e a grani decisamente più piacevoli, sono chiuse ai lati da scogliere più o meno alte che danno all’acqua quella colorazione tra il rosso e il verde scuro molto particolare.
Il vero problema sono le vespe: nel caso di venti da sud, cioè dall’entroterra, la spiaggia è terreno di conquista di questi simpatici insetti che tutto sono meno che di piacevole compagnia. Vero è che, girato il vento dal mare, gli sciami tornano in ambienti a loro più naturali e sulla spiaggia cala la tensione.

Minorca, Cala Pregonda
Minorca, Cala Pregonda

Veloci considerazioni su due locali dei tanti che l’isola offre: la Cova d’en Xoroi è una grotta scavata in una scogliera a picco sul mare di fronte alla quale s’inabissa il sole al tramonto, uno spettacolo di livello con rigoroso drink in mano e degna colonna sonora con musica mixata dal DJ di chillout di turno a partire dalle 1830; la sera, dalle 2230, il tappeto sonoro cambia a favore dello zumzum house più spinto con coerente cambio della fauna dei frequentatori.
Descritto così potrebbe essere “IL” posto dove essere a tutti costi, ma: al tramonto, oltre a pagare l’ingresso 12,50 euro consumazione inclusa ma non quella che vuoi tu, quella che dicono loro, entrano anche le deliziose famigliole con pargoli a seguito che, a quell’ora, sarà tutto il giorno passato in spiaggia, sarà che percepiscono tutta quella confusione intorno, sono fastidiosi più e peggio delle vespe di Cala Pregonda e rendono quell’abbozzo di paradiso il peggiore dei bluff. In ogni modo per chi volesse comunque vedere un bel tramonto a pagamento, si trova a Cala nPorter a circa 20 mn da Mahon.

Minorca, Cova d'en Xoroi
Minorca, Cova d’en Xoroi
Minorca, Cova d'en Xoroi
Minorca, Cova d’en Xoroi

 

Il Paupa è un baretto sulla caletta di Binibeca senza alcuna pretesa ma con l’atmosfera giusta, la musica adatta
all’ambiente e nessun obbligo: solo alcool a buon mercato, gente carina e ogni 28 giorni uno splendido fullmoon party; non è facilissimo da trovare ma, con un piccolo sforzo, a Binibeca scendendo verso il porticciolo si trova poi sulla destra: consigliatissimo.

Infine un giudizio sulla Vueling che ha da Roma il volo diretto per Minorca: sito e processo di prenotazione online semplici e a prova di utOnto così come il check in online; orario di imbarco e decollo perfetti e tempo di volo in andata con anticipo di 10 minuti, al ritorno anticipo di venti; consegna bagagli a Minorca: 5 minuti netti; a bordo, come tutte le lowcost i servizi sono extra ma i prezzi contenuti.
Unico appunto: a Minorca molti turisti acquistano localmente gli ombrellini parasole per le spiagge non attrezzate, che costano dai 6 ai 10 euro, al rientro all’imbarco, più o meno tutti provano a portarlo a bordo, ben sapendo che oggetti a punta non sono ammessi e che le dimensioni del bagaglio a mano non lo consentono; la conseguenza è un tasso di abbandono di questi oggetti del 100%, lasciati nei posti più impensati (qualcuno addirittura dietro la porta del bagno): cara Vueling, siccome è impensabile che si paghino 30 euro (costo del bagaglio checkinato senza preavviso) per un oggetto che ne costa meno di un terzo, perché non “inventare” una tariffa speciale per gli ombrellini?
Chessò 5/7 euro per l’imbarco in stiva: così da aumentare le fonti di revenue per voi e per dare un servizio a quelli che abbandonano il compagno di tante scampate sudate e bruciacchiate sotto il sole molto a malincuore.

Una riflessione su "Minorca – L’isola serena"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.